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Intervento Dr. Marco Mottini

Il Dr. Mottini ha introdotto la riunione sottolineando che sia l’ACI che il Rotary sono Club con più di 100 anni di vita, con scopi istituzionali. Il Reale Automobile Club d’Italia nasce, infatti nel 1905, a Torino, dalla comune passione dei propri Soci per lo sport automobilistico.
Lo Statuto ACI, all’art.1 cita: “L’ ACI … rappresenta e tutela gli interessi generali dell’automobilismo italiano, del quale promuove e favorisce lo sviluppo”
In questi 100 anni l’ACI ha fatto della mobilità la sua finalità istituzionale, e proprio in occasione del centenario 2005 è stato presentato il “MANIFESTO PER UN ETICA DELLA MOBILITA’ RESPONSABILE”.

ACI non può restare insensibile ai mutamenti che si sono verificati nella società italiana. Ecco perché ACI ha fatto evolvere l’ambito dei propri interessi e obiettivi da una mobilità intesa come trasporto di persone e cose alla più generale mobilità dei processi individuali e collettivi, cercando di cogliere le criticità e di ricercare soluzioni sulle quali richiamare l’attenzione di operatori e istituzioni.
L’automobile, ieri icona di libertà personale, oggi strumento di mobilità responsabile a tutto campo, richiede una nuova "capacità di guida", non solo nel momento di utilizzo di un’autovettura.
La rinnovata missione di ACI traduce un mezzo ormai maturo, l’automobile, in un messaggio innovativo, quello, appunto, della mobilità responsabile, riferita al legame essenziale tra la mobilità come espressione di libertà personale e la mobilità come espressione delle relazioni con l’ambiente circostante.
L’identificazione dell’automobile con la libertà personale ha accompagnato tutto il secolo scorso, anche se l’evidenziarsi delle conseguenze negative di quel modello di mobilità ha indotto dubbi sulla compatibilità fra esigenze dell’individuo ed esigenze della collettività. In realtà, si tratta di esigenze entrambe irrinunciabili e sopratutto inscindibili in una prospettiva democratica, per cui appare indispensabile giungere a proporne una sintesi valoriale e operativa.
L’etica della mobilità responsabile si richiama a un sistema di regole condivise, non condizionanti, ma sollecitanti.

Per quanto concerne le infrastrutture, è evidente che si tratta di una componente essenziale dello sviluppo economico e sociale, per cui è necessario un rilevante salto di qualità in termini progettuali, realizzativi, gestionali, per restare al passo con le esigenze dello sviluppo stesso, ma anche per ridurre i rischi connessi ai disagi di un traffico opprimente nonché di lunghe e faticose percorrenze.
La mobilità responsabile richiede la sistematica convergenza di pratiche e di operatori, di strutture associative e di istituzioni, in un confronto finalizzato.

I dati sono noti a tutti. Nel 2005 in Italia si sono verificati 225.078 incidenti stradali con 313.727 feriti e 5.426 morti, di cui 1.800 sotto i 30 anni. 
Il Dr. Mottini sottolinea che “Parlando di incidenti stradali è necessario evidenziare l’importanza di non considerare separatamente le diverse cause: strada, uomo ed esternalità. Rilevanti sono le concause”.

L’Automobile Club Novara ha tra i suoi compiti istituzionali la diffusione dell’educazione stradale e la collaborazione con le autorità responsabili del territorio ai fini della promozione e della tutela della sicurezza stradale.
Nell’ambito di quest’impegno è stata promossa, a livello locale, la Settimana Mondiale Sicurezza Stradale “Obiettivo 2010 un traguardo per la vita: 23-29 aprile 2007 - Settimana Mondiale Sicurezza Stradale”.